L’infarto miocardico acuto (IMA) è una grave forma di insufficienza coronarica acuta dovuta all’occlusione trombotica di un ramo coronarico. Senza un adeguato trattamento, l’IMA comporta una elevata mortalità e la compromissione della funzione contrattile del cuore, causa di eventi avversi successivi e nuovi ricoveri, con ripercussioni sulle capacità lavorative e sulla qualità della vita. Il trattamento ha come obiettivo il ripristino del flusso coronarico nel più breve tempo possibile. Sono due gli interventi terapeutici che possono essere utilizzati per ricanalizzare rapidamente la coronaria: L’angioplastica primaria, eseguita nei tempi adeguati, ha mostrato di essere il trattamento dell’infarto più efficace (aumenta il numero di riperfusioni, riduce il numero di riocclusioni, migliora la funzione ventricolare e la sopravvivenza) e più sicuro (riduce il numero di complicanze emorragiche). L’angioplastica in corso di IMA DEVE essere eseguita da un team altamente qualificato, preferenzialmente in centri ad alto volume di attività; richiede pertanto l’invio diretto ed immediato dei pazienti dal territorio al Laboratorio di Emodinamica o il trasferimento da Ospedali senza emodinamica a Centri con Laboratori di Cardiologia Invasiva operativi.
La trombolisi, la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata, rimane il sistema di riperfusione più disponibile e diffuso, ma la sua efficacia maggiore sembra dimostrata nei pazienti che si presentano entro le prime 2 ore dall’insorgenza del dolore. L’efficacia maggiore di questo trattamento si ottiene con l’utilizzo pre-ospedaliero che, abbreviando sensibilmente i tempi tra la diagnosi di IMA e la somministrazione del farmaco, aumenta efficacia e velocità di riperfusione rispetto alla somministrazione della trombolisi in ospedale. È necessario tuttavia ricordare che, in generale, la trombolisi permette la riapertura del vaso colpevole in poco più del 50% dei casi e che nei casi in cui risulti inefficace si deve avviare rapidamente il paziente ad una angioplastica detta “di salvataggio”. In Sicilia la RETE PER L’INFARTO MIOCARDICO ACUTO, è modello integrato di intervento che prevede una stretta collaborazione fra le Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC), i Laboratori di Emodinamica, i Servizi per l’Emergenza territoriale del 118, i Dipartimenti di Emergenza Urgenza Ospedalieri con i loro Pronto Soccorso, con la finalità di ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici dei pazienti con infarto miocardico per migliorarne la prognosi razionalizzando al tempo stesso l’impiego delle risorse necessarie. Inoltre, lo stesso costituisce un importante supporto tecnico-organizzativo da destinare alle Aziende Ospedaliere e alle Aziende Sanitarie Provinciali per una sua diffusione in qualità di informativa generale rivolta ai Medici di Medicina Generale e di continuità assistenziale affinché attuino iniziative educative su pazienti a più elevato rischio cardiovascolare.
Il modello organizzativo è di tipo HUB & SPOKE:
Un centro viene definito “HUB” se dotato di: 1) UTIC con attigua Emodinamica; 2) Terminale per la telemedicina.
Le UTIC dei Centri Hub ricevono e gestiscono tutte le sindromi coronariche acute ad alto rischio afferenti direttamente al Centro o trasferite dai Centri Spoke all’interno del bacino di utenza. L’UTIC Hub si trova quindi a trattare pazienti con livello medio di rischio più elevato.
Ruolo e standard dei laboratori di Emodinamica L’emodinamica del centro HUB deve offrire una disponibilità 24 h /24 h ed avere una dotazione strumentale minima e di personale.
Distribuzione geografica UTIC e Emodinamica
Il ruolo del Pronto Soccorso Il dolore toracico è uno dei principali motivi di accesso ai Dipartimenti d’Emergenza. Tuttavia, soltanto il 30% dei pazienti con dolore toracico risulta avere una patologia grave come sindrome coronarica acuta, embolia polmonare, dissezione aortica, ecc. Ciò si traduce dal punto di vista assistenziale nella necessità di: – avere protocolli relativi al dolore toracico che devono prevedere per tutti i pazienti una valutazione tempestiva ed appropriata; – Il coinvolgimento e la formazione degli infermieri professionali che operano nel triage assume un ruolo determinante nella gestione complessiva del paziente con dolore toracico. La gestione dei pazienti, ove sono coinvolti i medici di Pronto Soccorso, quelli dell’Emergenza Territoriale 118, il cardiologo dell’ospedale Spoke, l’emodinamista e l’intensivista della struttura Hub che esegue la procedura, siano sviluppati dei protocolli concordati e condivisi tra tutti questi attori con pari dignità.
Il ruolo del Sistema 118 Il Servizio per l’Emergenza Territoriale del 118 rappresenta l’elemento essenziale del passaggio da un sistema assistenziale strutturato su Ospedali “autosufficienti” ad un sistema integrato e collaborativo di Ospedali e Servizi interdipendenti, operanti in “Rete” per garantire i migliori risultati con un ottimale impiego di risorse. Il ruolo decisivo del 118 per il funzionamento della rete è completato dal trasporto diretto del paziente con infarto miocardico al Laboratorio di Emodinamica più vicino per l’angioplastica primaria, se indicata dai protocolli adottati, “saltando” Ospedali Spoke ed anche il Pronto Soccorso e le UTIC degli stessi Ospedali Hub. La Centrale Operativa 118 deve svolgere, sulla base dei protocolli discussi e condivisi con i Dipartimenti d’Emergenza/Pronto Soccorso e le Cardiologie locali, funzioni di coordinamento dell’intervento. È comunque garantita l’autonomia di giudizio e decisionale del medico che assiste direttamente il paziente, ove presente. Nelle ambulanze non medicalizzate sarà il cardiologo del centro HUB a guidare i percorsi diagnostico-terapeutici. L’importanza del servizio di emergenza territoriale 118 è particolarmente evidente in caso di arresto cardiaco che si presenti nelle prime fasi o come manifestazione di esordio di un infarto miocardico acuto. Se l’arresto si verifica nei minuti precedenti l’arrivo dei soccorritori del 118, o con i soccorritori già presenti, devono essere eseguite le manovre rianimatorie con massaggio cardiaco esterno e applicazione di shock elettrico, con buone possibilità di recuperare il ritmo cardiaco e di riattivare la funzione contrattile del cuore con la relativa portata cardiaca.
Il ruolo dell’UTIC Spoke Il sistema di rete dovrebbe favorire la centralizzazione dei pazienti con infarto nelle UTIC Hub; tuttavia le UTIC SPOKE devono essere coinvolte, sia perché fanno spesso da riferimento ai Pronto Soccorso (dove il paziente si reca autonomamente) sia perché può ricevere dal 118 il paziente che abbia indicazione a trombolisi sistemica o dall’Emodinamica il paziente riperfuso, che non abbia trovato posto presso l’UTIC HUB vicini. La Regione siciliana è dotata di 4 macro-aree di 118, servite da ambulanze con diversa strumentazione tecnica e dotazione di personale (medici, infermieri e autisti soccorritori). Le macro-aree, corrispondenti alle quattro centrali operative del 118 sono così suddivise: • Palermo – Trapani • Caltanissetta – Enna – Agrigento • Catania – Siracusa – Ragusa • Messina.
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Rete Civica Della Salute – Vivi con il Cuore, Smaschera L’infarto – Guida per il Cittadino
L’infarto miocardico acuto (IMA) è una grave forma di insufficienza coronarica acuta dovuta all’occlusione trombotica di un ramo coronarico. Senza un adeguato trattamento, l’IMA comporta una elevata mortalità e la compromissione della funzione contrattile del cuore, causa di eventi avversi successivi e nuovi ricoveri, con ripercussioni sulle capacità lavorative e sulla qualità della vita.
Il trattamento ha come obiettivo il ripristino del flusso coronarico nel più breve tempo possibile.
Sono due gli interventi terapeutici che possono essere utilizzati per ricanalizzare rapidamente la coronaria:
L’angioplastica primaria, eseguita nei tempi adeguati, ha mostrato di essere il trattamento dell’infarto più efficace (aumenta il numero di riperfusioni, riduce il numero di riocclusioni, migliora la funzione ventricolare e la sopravvivenza) e più sicuro (riduce il numero di complicanze emorragiche). L’angioplastica in corso di IMA DEVE essere eseguita da un team altamente qualificato, preferenzialmente in centri ad alto volume di attività; richiede pertanto l’invio diretto ed immediato dei pazienti dal territorio al Laboratorio di Emodinamica o il trasferimento da Ospedali senza emodinamica a Centri con Laboratori di Cardiologia Invasiva operativi.
La trombolisi, la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata, rimane il sistema di riperfusione più disponibile e diffuso, ma la sua efficacia maggiore sembra dimostrata nei pazienti che si presentano entro le prime 2 ore dall’insorgenza del dolore. L’efficacia maggiore di questo trattamento si ottiene con l’utilizzo pre-ospedaliero che, abbreviando sensibilmente i tempi tra la diagnosi di IMA e la somministrazione del farmaco, aumenta efficacia e velocità di riperfusione rispetto alla somministrazione della trombolisi in ospedale. È necessario tuttavia ricordare che, in generale, la trombolisi permette la riapertura del vaso colpevole in poco più del 50% dei casi e che nei casi in cui risulti inefficace si deve avviare rapidamente il paziente ad una angioplastica detta “di salvataggio”.
In Sicilia la RETE PER L’INFARTO MIOCARDICO ACUTO, è modello integrato di intervento che prevede una stretta collaborazione fra le Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC), i Laboratori di Emodinamica, i Servizi per l’Emergenza territoriale del 118, i Dipartimenti di Emergenza Urgenza Ospedalieri con i loro Pronto Soccorso, con la finalità di ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici dei pazienti con infarto miocardico per migliorarne la prognosi razionalizzando al tempo stesso l’impiego delle risorse necessarie.
Inoltre, lo stesso costituisce un importante supporto tecnico-organizzativo da destinare alle Aziende Ospedaliere e alle Aziende Sanitarie Provinciali per una sua diffusione in qualità di informativa generale rivolta ai Medici di Medicina Generale e di continuità assistenziale affinché attuino iniziative educative su pazienti a più elevato rischio cardiovascolare.
Il modello organizzativo è di tipo HUB & SPOKE:
Un centro viene definito “HUB” se dotato di:
1) UTIC con attigua Emodinamica;
2) Terminale per la telemedicina.
Le UTIC dei Centri Hub ricevono e gestiscono tutte le sindromi coronariche acute ad alto rischio afferenti direttamente al Centro o trasferite dai Centri Spoke all’interno del bacino di utenza. L’UTIC Hub si trova quindi a trattare pazienti con livello medio di rischio più elevato.
Ruolo e standard dei laboratori di Emodinamica
L’emodinamica del centro HUB deve offrire una disponibilità 24 h /24 h ed avere una dotazione strumentale minima e di personale.
Distribuzione geografica UTIC e Emodinamica
Il ruolo del Pronto Soccorso
Il dolore toracico è uno dei principali motivi di accesso ai Dipartimenti d’Emergenza. Tuttavia, soltanto il 30% dei pazienti con dolore toracico risulta avere una patologia grave come sindrome coronarica acuta, embolia polmonare, dissezione aortica, ecc.
Ciò si traduce dal punto di vista assistenziale nella necessità di:
– avere protocolli relativi al dolore toracico che devono prevedere per tutti i pazienti una valutazione tempestiva ed appropriata;
– Il coinvolgimento e la formazione degli infermieri professionali che operano nel triage assume un ruolo determinante nella gestione complessiva del paziente con dolore toracico.
La gestione dei pazienti, ove sono coinvolti i medici di Pronto Soccorso, quelli dell’Emergenza Territoriale 118, il cardiologo dell’ospedale Spoke, l’emodinamista e l’intensivista della struttura Hub che esegue la procedura, siano sviluppati dei protocolli concordati e condivisi tra tutti questi attori con pari dignità.
Il ruolo del Sistema 118
Il Servizio per l’Emergenza Territoriale del 118 rappresenta l’elemento essenziale del passaggio da un sistema assistenziale strutturato su Ospedali “autosufficienti” ad un sistema integrato e collaborativo di Ospedali e Servizi interdipendenti, operanti in “Rete” per garantire i migliori risultati con un ottimale impiego di risorse.
Il ruolo decisivo del 118 per il funzionamento della rete è completato dal trasporto diretto del paziente con infarto miocardico al Laboratorio di Emodinamica più vicino per l’angioplastica primaria, se indicata dai protocolli adottati, “saltando” Ospedali Spoke ed anche il Pronto Soccorso e le UTIC degli stessi Ospedali Hub.
La Centrale Operativa 118 deve svolgere, sulla base dei protocolli discussi e condivisi con i Dipartimenti d’Emergenza/Pronto Soccorso e le Cardiologie locali, funzioni di coordinamento dell’intervento. È comunque garantita l’autonomia di giudizio e decisionale del medico che assiste direttamente il paziente, ove presente. Nelle ambulanze non medicalizzate sarà il cardiologo del centro HUB a guidare i percorsi diagnostico-terapeutici.
L’importanza del servizio di emergenza territoriale 118 è particolarmente evidente in caso di arresto cardiaco che si presenti nelle prime fasi o come manifestazione di esordio di un infarto miocardico acuto. Se l’arresto si verifica nei minuti precedenti l’arrivo dei soccorritori del 118, o con i soccorritori già presenti, devono essere eseguite le manovre rianimatorie con massaggio cardiaco esterno e applicazione di shock elettrico, con buone possibilità di recuperare il ritmo cardiaco e di riattivare la funzione contrattile del cuore con la relativa portata cardiaca.
Il ruolo dell’UTIC Spoke
Il sistema di rete dovrebbe favorire la centralizzazione dei pazienti con infarto nelle UTIC Hub; tuttavia le UTIC SPOKE devono essere coinvolte, sia perché fanno spesso da riferimento ai Pronto Soccorso (dove il paziente si reca autonomamente) sia perché può ricevere dal 118 il paziente che abbia indicazione a trombolisi sistemica o dall’Emodinamica il paziente riperfuso, che non abbia trovato posto presso l’UTIC HUB vicini.
La Regione siciliana è dotata di 4 macro-aree di 118, servite da ambulanze con diversa strumentazione tecnica e dotazione di personale (medici, infermieri e autisti soccorritori).
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